Pubblichiamo di seguito il testo del discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio dell’Ordine, Avv. Francesco Logrieco, nel corso dell’odierna cerimonia di insediamento del nuovo Presidente del Tribunale di Trani dott. Salvatore Casiello.

Signor Presidente,
mi consenta, innanzitutto, di indirizzare il nostro omaggio al Presidente Giuseppe Rana, che pur continuando a svolgere le funzioni giurisdizionali, ha presieduto per un lungo periodo il Tribunale, con responsabilità e particolare sensibilità istituzionale, condividendo un percorso comune ed un dialogo proficuo con l’Avvocatura su ogni questione, di carattere amministrativo e giudiziario.
Porgo il mio deferente saluto alle Autorità civili e militari, al Procuratore della Repubblica, dr. Renato Nitti, al Presidente della sezione penale dr. Francesco Zecchillo, per la loro impareggiabile galanteria istituzionale, a tutti i magistrati, ordinari ed onorari, agli avvocati, ai funzionari, al personale di cancelleria oggi convenuti numerosi, insieme ai Consiglieri dell’Ordine per salutarLa ed assistere a questa cerimonia di insediamento, che non è solo un atto formale, come si intuisce dal contenuto degli interventi che mi hanno proceduto.
Lei é stato chiamato all’alto onore di presiedere uno dei più antichi e nobili Tribunali, istituito l’8 agosto 1806 con decreto del Re di Napoli Giuseppe Bonaparte. A Trani si amministra giustizia da oltre otto secoli, ed è stata sede della Gran Corte e della Corte di Appello delle Puglie per 117 anni. Trani è culla del diritto: qui videro la luce gli Ordinamenta Maris nel 1063; qui furono promulgate da Carlo I d’Angiò nell’anno 1269 le tre leggi penali De Furtis, De Assicurandis, De Poena proditore manifesti; Trani ha dato i natali alla prima giurista— avvocata al mondo Giustina Rocca.
ll Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è presente a Trani, quale rappresentanza istituzionale, dal lontano 1874, anno di fondazione degli Ordini Forensi, quindi vanta una anzianità di 150 anni.
A Trani hanno esercitato la professione illustri Avvocati e Magistrati, che tanto onore e prestigio hanno conferito a questo Tribunale.
Ho riassunto in pochissime battute la storia del Tribunale per ribadire che la conservazione delle tradizioni giuridiche di questa Citta per noi Avvocati è un obiettivo insindacabile.
La situazione della giustizia nel nostro Paese, e Trani non fa accezione, è inutile nasconderlo, è certamente insoddisfacente per tutti: per i cittadini, che attendono l’attuazione concreta della giustizia nella società e nell’esercizio della giurisdizione; per i magistrati, ai quali rinnovo il rispetto, la fiducia e la riconoscenza per l’impegno gravoso che ogni giorno profondono, e che spesso sono costretti a lavorare in condizioni difficili, senza conseguire risultati confortanti; per gli avvocati, che quotidianamente avvertono il peso di un sistema giudiziario ulteriormente indebolito dalla Riforma Cartabia, e che negli ultimi giorni devono confrontarsi anche con le legittime manifestazioni di dissenso rispetto alle note recenti iniziative governative, ma che suscitano perplessità altrettanto legittime, se non vero turbamento, quando i sostenitori dell’intangibilità dell’attuale assetto costituzionale si interrogano pubblicamente sulla opportunità di proseguire il confronto con l’avvocatura se dovesse realizzarsi la separazione delle carriere; per il personale amministrativo, che con dedizione consente alla complessa macchina giudiziaria di funzionare, ed il cui impegno non sempre è sufficiente a colmare le carenze dell’organico.
Non è questa la sede, né il momento per approfondire i problemi che interessano il nostro Tribunale, perché li affronteremo insieme, se Lei lo riterrà opportuno, meglio se nell’ambito di un costruttivo tavolo di concertazione in cui potranno confrontarsi tutti gli operatori.
In questi anni è stato fondamentale il dialogo costruttivo costantemente intrattenuto dagli Avvocati con le Dirigenze del Tribunale, ed in ogni circostanza l’avvocatura ha offerto piena e leale collaborazione nell’affrontare difficoltà professionali e logistiche, talvolta straordinarie ed inedite.
Tuttavia, non posso tacere la diffusa preoccupazione per la situazione dell’Ufficio circondariale del Giudice di Pace di Trani, che oramai da troppo tempo risente di una carenza di personale, giudiziario ed amministrativo, non più tollerabile e che i compiti aggiuntivi assegnati dalla c.d. Riforma Cartabia porteranno all’inevitabile collasso, laddove quelle carenze non fossero emendate, non tra un anno, non tra sei mesi, ma subito.
Cosi come non posso omettere di denunciare le importanti scoperture degli organici del Tribunale, sia nel civile che nel penale, che influenzano la ragionevole durata dei processi ed anche il regolare funzionamento della complessa macchina amministrativa.
Sappiamo, però, che alcuni disagi potrebbero essere eliminati armonizzando le risorse disponibili, ottimizzando il lavoro di tutti gli operatori, ed in alcuni casi, potrà risultare paradossale, anche soltanto applicando correttamente le leggi esistenti, oppure scardinando alcune odiose barriere burocratiche, che nel meridione d’Italia resistono a qualsiasi tentativo di penetrazione costruttiva, rendendo irrealizzabile ciò che invece altrove é già realizzato.
Nel rispetto dei ruoli e delle competenze che la legge n. 247/2012 ci attribuisce, il Consiglio dell’Ordine continuerà a formulate proposte costruttive per migliorare l’amministrazione della giustizia; solleciterà l’adozione di interventi per ottimizzare i carichi di lavoro nelle aree, civile e penale, onde garantire l’attuazione piena e concreta della Giustizia; continuerà ad auspicare la centralità del Giudice ordinario nel processo; continuerà a manifestare la legittima preoccupazione ogni qualvolta avvertirà la surrogazione nella fase decisionale di figure introdotte nell’organizzazione giudiziaria non certamente per scrivere provvedimenti anche complessi; chiederà il rispetto della congruità delle liquidazioni giudiziali come tangibile attuazione dell’art. 2233 c.c., costantemente prescritto dalla Suprema Corte, ma largamente disatteso, soprattutto nel gratuito patrocinio; e sarà al Suo fianco, Sig. Presidente, in qualsiasi iniziativa finalizzata a migliorare l’edilizia giudiziaria di questa Città, ad iniziare dal Palazzo Carcano per la cui acquisizione e ristrutturazione e stato già impiegato un fiume di denaro pubblico, senza raggiungere il risultato finale, sempre per colpa di quella burocrazia che poco prima ho additato come un ostacolo insuperabile ogni qualvolta si intraprenda la strada del cambiamento.
Standards elevati di qualità e di attuazione della giustizia vengono realizzati soltanto in quegli Uffici le cui dirigenze lavorano in strettissima collaborazione con i Consigli dell’ordine.
Signor Presidente, anche a Trani la difficoltosa modernizzazione degli uffici, la informatizzazione, la digitalizzazione, l’avvio del PCT e molti altri progetti sono stati attuati grazie all’impegno, umano e finanziario, dell’Avvocatura, che ha operato in stretta sinergia con zelanti dirigenti, funzionari e personale di cancelleria; anzi colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente per la loro lodevole collaborazione.
L’Avvocatura ha interesse che la Giustizia recuperi appieno prestigio e credibilità, affinché i cittadini possano nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la Giustizia e l’Ordine Giudiziario, e, come ha affermato il Presidente Mattarella, “neppure avverta il timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita della persona”.
I magistrati nella loro larghissima maggioranza hanno le risorse umane e professionali per riannodare il rapporto di fiducia con i cittadini, nella consapevolezza che, come scrive Voltaire, “l’onore dei giudici consiste, come quello degli altri uomini, nel riparare i propri errori”.
Spero, anzi sono certo resterà un caso isolato e sicuramente involontario l’esternazione a cui ho fatto prima riferimento, peraltro formulata in una manifestazione nazionale, ideata dall’Avvocatura per indirizzare i giovani verso un accrescimento culturale ed etico, e comunque per costruire un mondo migliore, nel quale non alberghi la cultura dell’odio, ma il rispetto delle Istituzioni.
Non dividiamoci, discutiamo, impariamo a conoscerci senza pregiudizi ideologici!
“La strada del confronto Che muove dal ripudio di tesi precostituite è, in questo momento storico, la via principale da percorrere per recuperare, tutti insieme, una dimensione di comunità giuridica che é stata interrotta drammaticamente dalla pausa del COVID da cui troppo lentamente si sta uscendo.”
Non sono parole mie, ma della Prima Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, pronunziate il 15 aprile 2024 in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario del Consiglio Nazionale Forense. Nella stessa circostanza, la Presidente ha affermato: “Dobbiamo recuperare, soprattutto la Magistratura, la consapevolezza che il lavoro del magistrato è presenza in ufficio, non soltanto nei giorni di udienza. Significa disponibilità a incontrare, a confrontarsi con gli avvocati, a sentire i loro bisogni, perché soltanto attraverso un costante e serrato dialogo possiamo tutti insieme trovare le migliori soluzioni, non solo giuridiche ma anche organizzative, nella consapevolezza che nella formazione di ognuno di noi il sapere giuridico ma anche attenzione agli aspetti organizzativi sono inscindibilmente collegati”.
Si preannunciano tempi difficili, purtroppo già vissuti, e certe contrapposizioni spesso soltanto ideologiche minano la necessita di operare in sinergia per realizzare l’interesse superiore della Giustizia.
L’Avvocatura oggi garantisce il funzionamento della giurisdizione mettendo a disposizione tempo, qualità e competenze, come i giudici onorari, i difensori d’ufficio, i difensori disponibili ad assumere il patrocinio a spese dello Stato, i curatori, gli amministratori, i custodi, a volte senza neppure la garanzia del compenso in tempi ragionevoli. L’Avvocatura e strumento di garanzia e difesa del diritto fondamentale alla giustizia e alla tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini.
Tutelare il diritto alla difesa significa promuovere un processo giusto, “che serve alla tutela dei diritti e degli interessi (art. 24 Cost): ossia un processo adeguato allo scopo per cui e destinato.”
Chi potrebbe negare che l’Avvocato è un cittadino, aggiungerei un qualunque cittadino, portatore di diritti e di doveri; ma quando esercita il ministero della difesa realizza la funzione sociale che trova la sua fonte nella Costituzione (articoli 24 e 111), nella Convenzione EDU (art. 6, terzo comma), e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art. 47), e ciò a prescindere dall’inserimento formale dell’Avvocato in Costituzione.
Il codice deontologico forense, i cui canoni hanno natura normativa come hanno più volte rammentato le Sezioni Unite, pone al centro dei comportamenti degli avvocati i cittadini, realizzando anche per il loro tramite la responsabilità sociale dell’Avvocatura come corpo sociale cerniera tra le persone e l’ordinamento giuridico.
Antonio Gramsci individuò negli avvocati gli intellettuali di raccordo tra le masse e l’amministrazione pubblica del nuovo Stato italiano, attribuendo una rilevante funzione politico-sociale al ceto forense, perché «la mediazione professionale» era «difficilmente scindibile da quella politica».
Durissimi furono gli interventi che il fascismo attuò nei confronti dell’avvocatura, ritenuta “pericolosa” e prima professione liberale ad essere riformata dal regime.
Dunque, la pretesa di sottoporre l’esercizio della funzione difensiva alle stesse regole, tempi e modalità che il vivere civile ci impone di rispettare quando facciamo una coda ad uno sportello postale, pare tradire la storia, dimenticare i tanti avvocati uccisi nell’esercizio delle funzioni, e l’importanza assegnata all’Avvocato dalla Costituzione, che e la legge fondamentale dello Stato che tutti, e sottolineo tutti, siamo tenuti ad osservare.
Mi auguro che un momento di riflessione condivisa e di sano confronto, consenta di superare le ragioni della condivisibile protesta dei Colleghi penalisti baresi.
Sig. Presidente, sono certo che la Sua statura morale e intellettuale, le Sue la Sua saggezza, consentiranno al Tribunale di perpetuare le antiche e prestigiose tradizioni, ed a Lei di conseguire maggiori onorificenze ed esperienze professionali ancora più prestigiose.
Questo è l’augurio che a nome mio personale, dei signori Consiglieri, e dell’Avvocatura tranese tutta rivolgo a Lei e alla Giustizia, che da oggi vedrà in Lei il più importante costruttore della fiducia dei cittadini della stessa.
Trani 7 giugno 2024 Francesco Logrieco
Presidente Ordine Avvocati di Trani
_______________________________________________________________________________________________________________________
consulta e scarica il documento in formato PDF