“Ancora sull’esame di abilitazione (e dico abilitazione)
Ovvero: tra attese e realtà”
In tutta sincerità questo articolo, così come il titolo opportunamente modificato, era stato scritto in previsione dei risultati degli esami; è di tutta evidenza (dai volti di alcuni degli esaminandi) che orami potrebbe essere troppo tardi per la sua pubblicazione, però non si può negare che rimane pur sempre un argomento attualissimo che non ha limitazioni di tempo e luogo.
Ebbene questo era il contenuto.
Il titolo non deve trarre in inganno. Il periodo è quello giusto, e così come ogni anno in questo periodo, anche prima (tipo da gennaio a dicembre senza soluzione di continuità), si parla quasi esclusivamente di questo. I Tribunali si privano della presenza dei numerosi praticanti che ne affollano le aule perché dediti allo studio; l’ansia cresce. Ma ci siamo inevitabilmente passati tutti; sia chi voleva sia chi non aveva alcuna intenzione di abilitarsi alla professione di avvocato e, inevitabilmente, con due stati d’animo completamente diversi: indifferenti tanto da dirsi disinteressati al risultato, alcuni; altri premurosi al punto da passare notti in bianco in prospettiva della telefonata dell’amico-collega che con due parole due, pone uno stop definitivo all’ansia dell’attesa: Pronto? Sono io sai sono usciti.
Quasi a non voler perdere l’abitudine, tramite una statistica davvero spietata, (al punto tale da credere che lo facciano apposta. SCHERZO) ho appurato che i risultati degli esami di abilitazione, ricorrono quasi sempre in prossimità di feste o lunghi periodi di inattività dal lavoro quando ci sono (Pasqua, ponte del 1° maggio, 2 giugno e così via). A chi scrive, ad esempio, capitò il Venerdì Santo (per capirci quello di Passione. Se la cosa non è fatta..a bella posta.) Altre volte di.. domenica. (di domenica? Ma anche Dio si è riposato di domenica)
Tornando a noi, ho evitato di chiedermi il perché. Certamente il numero dei partecipanti non aiuta. E qui si apre la controversia mai definita su chi e perfino quanti debbano essere i partecipanti: si parla da anni di ridurre (alcune volte in maniera drastica, ma non certo fisica) il numero dei concorrenti; si parla, (e su questo punto non credo ci siano dubbi) di limitare in numero a chi manifesta la volontà, in qualsiasi modo, di continuare nella professione di avvocato. L’ultima è un test pre-esame: insomma se ne dicono e se ne diffondono di tutti i colori. (alla maniera dei film di Fantozzi: segna Zoff di testa su calcio d’angolo)
Ma perché e da dove pervengono queste proposte. È provato scientificamente, che spesso e mal volentieri, il giorno dopo della telefonata sono usciti, il candidato si reca presso il Tribunale di Bari in un pomeriggio inevitabilmente afoso (dato il periodo e il numero dei partecipanti) e, attraversando una autentica bolgia di altrettanti candidati (dichiaratamente questi interessati) si vede, o meglio, non si vede inserito nella lista degli idonei rispetto a chi (dichiaratamente disinteressato) è risultato idoneo. E qui mi fermo; non mi addentro nella valutazione della votazione per ovvi motivi. Su questo e sulla natura dell’esame di abilitazione è stato scritto e molto, ma con pochi risultati. A dire il vero su tutto l’argomento se ne è già discusso a lungo, con il risultato che i compiti di Bari vengono corretti a Venezia e viceversa. Va bene, ma il numero dei candidati rimane quello o, aumenta a dismisura con le conseguenze già…..ut sopra riportate.
Ricordo, ad esempio, che durante un Congresso organizzato dall’A.S.T.A.F. (stampa forense n.d.r.), l’allora presidente del Consiglio Nazionale Forense, spinto anche dal presidente Nazionale dei Giornalisti (i quali pare abbiano lo stesso nostro problema), disse, in poche parole “stiamo lavorando per ridurre il numero dei praticanti ecc…..”; preciso che il Congresso è stato circa 2-3 anni fa.
Ed a questo punto sale sempre di più la volontà di ridurre in qualsiasi modo (anche fisicamente SCHERZO ANCORA) il numero dei candidati per una ragione di GIUSTIZIA SOCIALE: e qui non scherzo affatto!!
Quest’anno tralasciando il periodo, perchè capiterà che i risultati si avranno probabilmente in prossimità del ponte del 1 e 2 giugno, (attendo smentite; ed infatti) la speranza è di non sentire, come ogni anno, la solita frase “quello (licenza poetica) neppure l’avvocato deve fare eppure è passato”; la speranza è innanzitutto di far comprendere come il numero dei partecipanti non può influire anche sul passare o meno l’esame scritto”.
A questo punto c’era qualcosa di più, ma si poteva dire chiuso l’articolo, ma dato che vi sono i c.d. fatti nuovi, ho dovuto modificare il finale.
39 % di ammessi all’orale: un po’ pochino no? nella speranza che nel 61% rimanente, i colleghi veneti non si siano dimenticati di qualcuno anch’egli in “diritto” (già che ci siamo) di svolgere l’orale. Confido nella imparzialità e rettitudine. Perché è giusto ridurre, ma con criterio…..
In bocca al lupo…a tutti.
Avv. Bartolomeo Morgese.